Questa poesia è dedicata a tutte le donne che hanno subito una violenza, fisica o psicologica, o un’umiliazione da un uomo. L’uomo si sente forte nel sopraffare una donna, ma è incapace di lasciarsi amare e soprattutto di amare. L’ombra, la sagoma di cui parla la poesia, simboleggia l’uomo, di cui la donna è terrorizzata. Ogni volta che lo sente avvicinarsi, fisicamente o nei ricordi, la paura si fa sentire. Ci sono violenze che non si dimenticano mai.
Ombra,
ti avvicini e resto tesa, spaventata, inerme.
Sagoma,
non so chi sei, ci siamo mai conosciuti?
Ecco, sento dei passi;
d’improvviso tutto tace, tutti tacciono.
La tua mano è fredda,
il tuo sguardo è vuoto,
i tuoi passi pesanti.
Tu sei forte, e questo ti soddisfa.
Fai un ghigno, ne sei fiero.
Ma gli altri non riescono ad amarti,
né tu riesci ad amare loro.
Di questo non te ne curi,
non ne hai bisogno, hai la tua forza.
Ma che farai il giorno della solitudine?