L’orgoglio viene visto spesso come una forma di protezione, un’armatura contro le debolezze. Eppure, se non controllato, metterà solo un muro tra voi e gli altri. Impedendovi d’amare e di lasciarvi amare.
In psicologia esistono due forme di orgoglio: quello positivo e quello negativo. Quello positivo viene detto “autostima”, quello negativo “superbia”. Il primo è necessario, perché dà sicurezza, aiuta ad apprezzarsi, ad essere orgogliosi di noi stessi. Il secondo porta solo conflitti con gli altri, ci fa sentire al di sopra del mondo. Si ottiene con un superamento del primo, una forma eccessiva dell’autostima. Quando qualcuno si sente superiore agli altri non riesce a vedere i propri errori, di conseguenza non può scusarsi né porvi rimedio.
Le persone orgogliose, nel senso negativo del termine, non riuscendo a vedere i propri errori, non riescono nemmeno ad ammetterli. Dunque non sono in grado di salvare i rapporti perché, credendo di fare tutto in maniera esatta, non sono disposti a cambiare e a migliorarsi.
Le persone molto orgogliose sono anche quelle che, paradossalmente, notano di più gli sbagli e i difetti dell’altro. Quindi può bastare un piccolo errore dell’altra persona, una piccola offesa, per essere tagliati fuori dal mondo dell’orgoglioso. Ecco perché i loro rapporti durano in genere molto poco.

Il problema delle persone orgogliose è quello di sentirsi costantemente dalla parte giusta. Aspettano sempre che siano gli altri a chiedere scusa, a fare un passo verso di loro, ad elemosinare una loro attenzione. E l’atteggiamento è dei più fieri.
Tutti i rapporti sono oggetto di orgoglio, ma quelli in cui si verificano situazioni simili sono sicuramente i rapporti di coppia. Ed è proprio qui che l’orgoglio risulta essere un elemento nocivo.
Sembrerà incredibile ma spesso le persone molto orgogliose sono anche ricche di vuoti interni e carenze. C’è la possibilità che determinate situazioni le hanno rese tali. Tuttavia, nonostante le persone orgogliose sono sicure di agire in maniera corretta e di proteggersi con l’orgoglio, in realtà sono destinate solo ad isolarsi e ad avere una vita ricca di solitudine, poiché i loro rapporti non riescono a durare. Orgoglio chiama orgoglio, complici sentimenti come rancore e risentimento.
Le persone orgogliose non sono immuni al dolore. L’orgoglio le può rendere fiere ma non felici. E così, mentre scelgono di perdere chi amano e chi li ama, non fanno altro che autodistruggersi provocandosi da soli ferite più grandi di quelle provocate dalle incomprensioni e dai litigi con il partner. Il problema principale nasce nel momento in cui il rapporto di coppia diventa una sfida, quasi una competizione: hai sbagliato tu e quindi tocca a te fare qualcosa per rimediare. E se invece si tendesse la mano all’altra metà e si provasse insieme a superare le difficoltà della coppia? Il primo passo è capire che in una coppia non esiste la vittoria di uno o la vittoria dell’altro: si vince e si perde insieme.
L’orgoglio rappresenta anche un limite che ci impedisce di mostrarci per quello che siamo. Vediamo l’altro come un pericolo e crediamo di doverci proteggere, usando come armatura l’orgoglio. Quest’ultimo non farà altro che mettere una barriera tra due persone, che con il tempo diventerà sempre più spessa. In questi casi anche il tempo può diventare un nemico: rimandare e lasciare passare i giorni, in attesa che l’altro faccia la mossa che aspettiamo o che vogliamo, farà soltanto allontanare ancora di più le persone. E quanto la distanza diventerà insanabile, avremmo perso ogni occasione per recuperare un rapporto.

Le persone poco orgogliose vengono viste spesso come ingenue e troppo buone, al limite della stupidità e della sottomissione. Tuttavia non è cosi. Le persone che hanno deciso di non farsi dominare dall’orgoglio sono quelle che hanno deciso di mettere l’amore al di sopra di tutto. Quelle che tentano con ogni forza di salvare i rapporti che lo meritano. Quelle che si mettono in discussione, con umiltà, riconoscendo la propria metà di errori. Queste sono anche le persone che imparano dai propri errori e che riescono ad imparare da essi.
L’incapacità di dire “ho sbagliato”, “scusami”, “ricominciamo”, “non ti ho dimenticato”, “proviamo a sistemare il rapporto insieme”, è una forma di debolezza. Mascherare emozioni e sentimenti può far sentire forti, ma in realtà fa apparire solo come superficiali e privi di sentimenti.

Ogni volta che il partner fa uno sbaglio, l’altro adotta un atteggiamento di chiusura, alza delle barriere di protezione. Ma chi dice che lo sbaglio dell’altro si stato fatto intenzionalmente? Chi dice che l’altra parte voleva davvero farvi del male? Non potrebbe essere stato un malinteso? Un errore di interpretazione? L’orgoglio in questi casi non fa che peggiorare la situazione. L’orgoglio ci fa credere più importante proteggere se stessi invece che il rapporto con l’altro. Quando l’orgoglio prende il sopravvento non rimane spazio per il dialogo e il confronto con l’altro.
Provare ad avere fiducia in chi abbiamo amato, in chi ci ha dato qualcosa di buono e momenti felici, mostrandoci in maniera sincera e a cuore aperto, sarà il giusto antidoto ai muri che spesso si creano tra chi si ama.
Oggi l’amore è visto come una malattia da cui stare lontani e da cui proteggersi. In realtà questo accade solo perché si vivono le relazioni sbagliate che, inevitabilmente, condizioneranno anche quelle future, finendole per rovinarle. Se io ho vissuto una relazione con la persona sbagliata e questa mi ha segnato profondamente, anche se successivamente incontrerò la persona giusta non sarò forse in grado di riconoscerla perché la paura di stare ancora male mi impedirà di vivermi appieno il rapporto. Tuttavia per riconoscere una relazione giusta bisogna pensare a quanto ci ha fatto stare bene, a quanto benessere era in grado di darci. Se la sintonia con l’altro era forte non vale la pena lasciare che l’orgoglio ci impedisca di riparare agli errori. L’amore è la caduta dei propri confini, una totale fusione con l’altro, in ogni momento, anche nell’unione sessuale.
Provare dunque a comunicare di più costruendo, o ricostruendo, a piccoli passi quel cammino a due.