Erano molto amiche ed erano state sempre presenti nei momenti difficili. L’una dell’altra. L’una per l’altra. Ma era questa la sostanziale differenza con il momento attuale: mentre di solito si erano alternate momenti difficili, questa era la prima volta che ne stavano attraversando uno nello stesso momento. Pesante. Buio. Per motivi diversi, a tratti simili. Eppure, in mezzo a tutta quella tempesta che ognuna delle due stava attraversando, riuscivano ad essere l’unica cosa bella l’una per l’altra. L’unico sorriso. L’unico riparo.
Un giorno, mentre stavano ridendo, una delle due diventò seria e disse: «E se un giorno scoprissimo che la soluzione a tutto eravamo semplicemente noi?»
L’altra non rispose, ma le sorrise. Erano molto diverse, ma molto simili. E quel sorriso era stato come un sì.
A certe domande, seppur profonde, seppur cercano risposta. A volte la risposta non serve. A volte la risposta la senti dentro, la senti talmente che che forse la domanda la poni per aver conferma di ciò che già senti e già sai.
Quando, qualcuno ti guarda negli occhi e sorride soltanto, è timidezza, è vergogna è un blocco che avviene quando non ti aspetti certe affermazioni, quando vuoi che quelle parole tanto belle e dolci con quell’atmosfera restino li, in aria per sempre. Fisse proprio in quel modo. E allora, invece di rischiare di rovinare quel momento, sorridi e basta. E dietro quel sorriso ci sono non uno ma 100 SI. OGGI, DOMANI E SEMPRE SI.
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