Ti riconoscerò

26 Luglio 2020

So che ti riconoscerò perché saprai amare tutto di me, anche quello che gli altri non hanno mai compreso. Ti riconoscerò perché non dovrò desiderare di stare sola quando diventerà buio, ma avrò l’istinto di correre da te. Saprò che mi potrò fidare, che se volterò le spalle non le userai per ferirmi e vendicare il tuo orgoglio. Ti riconoscerò perché senza accorgermene incastrerò le mie imperfezioni alle tue. So che mi insegnerai quello che non conosco della vita in due, che ti batterai con pazienza per farmi vedere l’altra prospettiva delle cose. Ti ascolterò, impaurita ma ti ascolterò. E ci sarai quando smarrirò me stessa, quando inciamperò nel mio passato, quando avrò la febbre alta e le notti insonni. So che mi proteggerai, contro ogni mia volontà di farcela da sola. Mi lascerai sbagliare, ma sarai lì se starò per cadere. La mia forza non ti spaventerà, la mia indipendenza non ti schiaccerà. Avrai il tempo di aspettare la mia fiducia, la mia prospettiva per due. Ti riconoscerò, ci riconosceremo.

Tardissimo

23 Luglio 2020

«Certe sere giro tutta la città, passo di locale in locale, sperando di incontrarti.»
«Per dirmi cosa?»
«Per dirti che ho cercato di andare avanti, di convincermi che non dovesse andare. E sai cos’ho capito? Che quello che mi manca di più sono le tue imperfezioni, quei lati strani che hai soltanto tu, che ti rendono te. Ed io, per quante donne abbia conosciuto, non trovo altre come te. È tardi per rimediare?»
«Tardissimo.»

«Allora ti aspetterò. Girerò per la città sperando di incontrarti e il giorno che ti vedrò abbracciata ad un altro soffrirò, e mi dirò di quanto stupido io sia stato a perderti.»

Cara rinascita

7 Luglio 2020

E poi c’era quell’odore. Nuovo, sconosciuto. L’avevo incontrato pochi mesi fa, quando era buio e certo non lo aspettavo. Perché è così, le cose accadono quando meno te lo aspetti. Non è una frase fatta, è la realtà. E quello era l’odore della rinascita. Iniziò a cambiarmi pezzo per pezzo. Me lo ripetevano tutti che ero diversa e, in fondo, lo sentivo anche io. Avevo scoperto il mio valore, che in tanti avevano provato a nascondere. Quell’odore mi cambiò approccio alla vita e punti di vista. Riuscì a farmi vedere la faccia vera delle situazioni e mi spinse a fare pulizia nella mia vita. Prima si soffocava. Ero attratta sempre da gente sbagliata. È che la mia vita era iniziata così quindi, poi, non ero più riuscita a farne a meno. Non avevo mai avuto, in 28 anni, qualcuno accanto a me che mi accettasse esattamente com’ero. E nel tentativo di andare sempre bene a tutti, e di cambiare per gli altri, avevo finito con lo smarrire me stessa. C’era voluta una vita intera per capire che non ero io fuori posto nella loro vita, ma loro nella mia. È che quando non ricevi nulla pensi che è quello ciò che meriti, il nulla. Ma stavo sbagliando, meritavo tanto e non avrei più permesso a nessuno di mettere in dubbio questo e me stessa. Era tutto nuovo, ma quell’odore era con me. E quando mi metteva alla prova e si nascondeva, io lo ritrovavo sempre. Cara rinascita, non mi scappi più.

I miei mattoni

24 Giugno 2020

Mi misi a riflettere. Cercavo la parte bella di quel momento. La trovai. Mi resi conto di aver costruito a 28 anni una vita modesta ma che avevo scelto io, mattone su mattone. Avevo perduto alcuni anni non dando priorità a me stessa. Quando iniziai a farlo mi ero posta come obiettivo i 30 anni. Sono molti e per quel giorno volevo avere la mia vita. Invece, inaspettatamente, i risultati della mia costruzione erano arrivati due anni prima. Mi guardai, facevo il lavoro che volevo fare. Faticosissimo è vero, ma nonostante tutto a me piaceva. Avevo due, tre, amiche scelte con cura, tutte diverse ma speciali. Non dedicavo loro molto tempo, il lavoro assorbiva gran parte delle mie giornate. In più avevo altre faccende familiari di cui prendermi cura. Eppure loro non me lo facevano pesare, finalmente. Non pretendevano nulla da me, ed io provavo nel mio piccolo a darle ciò che potevo. Ed anche se io non ero il tipo che chiedeva aiuto, anche in vista del passato, avevo la certezza di poter contare su almeno qualcuna di loro. Era una bella sensazione. Avevo tante altre piccole cose belle nella mia vita: uno sport che amavo, e un’insegnante che ormai era un’amica. Un migliore amico che era l’uomo migliore che avessi mai conosciuto. Ed una madre che aveva fatto dei suoi errori la strada perfetta per imparare ad amarmi. Era il mio cuore, ed io sentivo di essere il suo finalmente. Certo, avevo tante altre cose da sistemare, da migliorare e da cambiare. Ma era proprio questa la cosa più bella: avevo sogni, progetti, obiettivi. Non mi sentivo arrivata al traguardo e mi incuriosiva scoprire chi sarei stata tra un anno, o tra qualche mese. Magari un giorno avrei preso un aereo e aperto una pasticceria in un paesino sperduto, con la possibilità di leggere un libro. O forse avrei soccorso qualcuno che avesse bisogno di me. Insomma, non so dove la vita mi avrebbe portata. Quello che so è che oggi quello che ho costruito da sola è reale, e non è niente male.

Adesso lo so

22 Giugno 2020

Per tutta la vita mi sono vergognata delle mie ferite ed ho provato a nasconderle, a non farle vedere. Pensavo che per essere accettata dagli altri dovessi fingere di essere una come tutte le altre. Mi sono finta spesso una persona che non ero. Non mentendo, semplicemente cercando di rendere gli altri felici, di essere come mi volevano. Soltanto adesso ho capito che io, però, non sono come tutte le altre. E non farò più nulla per nasconderlo. Non ho mai incontrato qualcuno che amasse le mie ferite perfino prima di quanto amasse me. Mi sono sentita a lungo fuori posto nella vita degli altri, ma adesso so che erano gli altri ad essere fuori posto nella mia. Ora l’ho capito, le mie ferite sono la cosa più preziosa che ho.

La fortuna di essere diversi

18 Giugno 2020

Sì, per un attimo è successo. La sensazione di voler cambiare. Non vita, lavoro, borsa, colore alle pareti. Cambiare io. In peggio. In quello che ho sempre detestato negli altri. È successo, sì. Quando tutto è diventato buio, quando i coltelli sulle spalle erano affilati, quando le mura sono diventate una gabbia senza via d’uscita. Sì, l’ho pensato. Mi sono detta, appena mi rialzo da questo terribile momento voglio imparare. A mentire, tradire, scavalcare, ingannare, prevaricare, schiacciare. Voglio diventare il peggio di me, qualora esistesse. Ma poi non ci sono riuscita. Ho compreso che essere spietati, egoisti, incoerenti, cattivi fa parte di voi. Non di me. Ed io, per quanto ho sofferto incredibilmente, e forse soffrirò ancora, ho cominciato a considerare questa sensibilità come un dono. Io sento laddove voi non percepite, vedo laddove voi nemmeno guardate. Amo forte, proteggo sulla mia pelle, lavoro tanto e so pesare ogni responsabilità. Non so tradire e non voglio imparare a farlo, non so fare del male e me ne vanto. Mi sono sentita fuori posto per tutta la vita. Ho creduto di non riuscire mai a stare al mondo, di non trovare mai un angolo adatto a me, persone capaci di vedere davvero chi fossi. Ma non diventerò come gli altri, non mi illuderò che questo possa servire a sentirsi a proprio agio. Ci ho provato, a volte, ad uniformarmi, ad essere come il mondo mi vuole. E adesso ho capito: non fa per me. Voi tenetevi il mondo, io mi tengo me stessa. E sono fortunata per questo, adesso lo so.

Quando diventò buio

5 Giugno 2020

Gli tsunami non ti avvisano, i terremoti non ti chiedono permesso. Così, di colpo, avevo scoperto che un rifugio poteva diventare una gabbia, che il presente può tornare ad essere passato, che i chili possono sparire dal corpo come se nulla fosse e che il cuore può battere a ritmi troppo veloci che nulla hanno a che fare con la felicità.

Il mio tempo

1 Giugno 2020

Viaggiavo ad emozioni contrastanti. Il mio cuore camminava su un filo d’equilibrio. I pensieri, i passi, le decisioni e le scelte erano tutte concentrate su di me. Non c’era nessuno nei miei pensieri, né nel mio cuore. Per la prima volta non sentivo più nulla per nessuno, tranne che per me. Alla vita, e agli altri, non dovevo più nulla. Ma a me stessa dovevo ancora tutto. Era il mio tempo.

Childhood places

24 Maggio 2020

Devi imparare a fare pace con i luoghi che ti hanno fatto male. Perché i luoghi non hanno colpe, non sono responsabili delle persone che li abitano. Con il passato devi farci i conti ed accettare che lui ci sarà sempre. Era casa, ma qualcosa è andato storto. Ma non è colpa tua e non è colpa dei luoghi. Perciò perdonali, e perdonati tu. Era casa, ma adesso non lo è più. Ora lo so.