Lui la guarda e sorride,
di anni ne avrà molti.
Cammino in città,
poi mi volto e li vedo.
Anziani, acciaccati, stanchi
ma comunque innamorati.
Lui la tiene per mano,
si gira a guardarla
e ogni volta sorride.
Le stringe la mano,
stretta,
ogni tanto la guarda
la mano incrociata alla sua,
e sorride.
E guarda lei
e sorride.
Immagino quel sorriso cinquant’anni fa,
la prima volta che la vide.
E poi un altro,
la prima volta che la scelse.
E poi un altro,
e un altro ancora,
giorno dopo giorno,
sorriso dopo sorriso.
E forse è questo l’Amore:
il tempo che passa,
il corpo che invecchia,
i capelli che imbiancano,
ma le mani strette ancora
e il sorriso occhi negli occhi
come il primo giorno
di cinquant’anni fa.
Tag: innamorati
L’estate profuma di te
Se è vero che ogni periodo porta con sé un odore,
se è vero che colleghiamo profumi a momenti,
allora per me l’estate profuma di te. Porta il tuo odore. Anche se non siamo andati al mare. Anche se lavoravamo sempre.
Sa di caldo insopportabile e di serate cercando stelle. Sa di sorrisi e gelosie. Di confidenze in riva al mare, mostrare il cuore con la luna testimone e la spiaggia silenziosa. Sa di essere diversi dagli altri, di cercare posti tranquilli senza gente, o va bene anche casa.
Che tanto ci bastava poco. Un panino a notte fonda, il tragitto in macchina e la stanchezza da nascondere. Due chiacchiere prima di dormire e buonanotte strette.
Solo due chiacchiere
«Quindi quando possiamo fare due chiacchiere?»
«Te l’ho detto io sto alla larga da tutti, perderesti il tuo tempo.»
«Non la vedo come una perdita di tempo. Ho solo voglia di conoscerti di più. Da quello che ti ho sentito dire fino ad ora mi sembri una persona interessante. Che succede se scambiamo due chiacchiere? Non ho in mente nulla, non voglio nulla.»
«Ok possiamo parlare. Solo per oggi, da domani tutto finito.»
«E se io volessi restare?»
«Tanto appena inizierai a conoscermi scapperai da solo.»
«Vorrei correre il rischio.»
«E perchè?»
«Perchè ho pensato dal primo istante che con te valesse la pena rischiare.»
A piccoli passi
«Insomma ti sono mancato?» Le chiese.
«Per nulla» gli rispose, ma un sorriso imbarazzato e uno sguardo colmo di tenerezza rivelavano il contrario.
«Io credo che dovremmo darci un’altra possibilità.»
«Io credo tu sia pazzo.»
«Allora ricominciamo a piccoli passi, riscopriamoci di nuovo. Mi piacerebbe conoscerti un’altra volta. Ricordarci perchè ci eravamo innamorati, o perchè non aveva funzionato. Non farlo per me, ma per noi. Lo dobbiamo a quello che avevamo provato insieme.»
«Piccoli passi, per esempio?»
«Ad esempio, esci con me una sera?»
Ricominciare dagli errori
«Tu non pensi che potremmo ricominciare?» Le chiese.
«Non credo. Abbiamo fatto troppi errori, e non ha funzionato. Perchè dovrebbe adesso?» Gli rispose lei.
«Perchè possiamo ripartire proprio dagli errori. Ci hanno permesso di conoscerci ancora di più.»
«Ma ci hanno anche fatto perdere.»
«Però ci hanno anche fatto capire quanto l’una conta per l’altro e quanto forte è la mancanza che sentiamo quando l’altro non c’è. Dimmi quando sbaglio, fammelo notare. Io voglio migliorarmi. Migliorare per te, per noi. Non ti posso promettere che funzionerà, e capisco che tu sia spaventata, ma l’unica cosa che posso prometterti è che mi impegnerò sempre per ritrovarci.»
I ritardi della vita
Lavoravano insieme da qualche mese, eppure prima erano stati innamorati. Ed era stato un grande amore. Finito male. Come tutti i grandi amori. Poi lei si era innamorata ancora, e quando si erano rincontrati lui le aveva proposto di lavorare insieme. Ogni tanto si ritrovavano a parlare, lui la conosceva molto bene e sapeva ascoltarla. Tra di loro era sempre rimasta una grande stima.
«Secondo te perchè non ha funzionato tra noi?» Le chiese all’improvviso.
«Non lo so, credo abbiamo fatto tanti errori.»
«Abbiamo?»
«Beh sì, perchè sono sicura che quando un rapporto non funziona le colpe stanno sempre nel mezzo.»
«No, non credo. Io ho fatto molti più errori, anche se li ho riconosciuti tardi. Ho almeno l’80% di colpe.»
«Dai… il 60%.»
«No no, allora mi prendo il 70 e non ne parliamo più.»
Fecero un sorriso. Erano mesi che lei si rendeva conto di quanto fosse cambiato.
«Sei diventata più matura.» Le disse bevendo il caffè.
«Perché, prima com’ero? Non dicevi sempre che la differenza di età con me non la sentivi?» Gli rispose, alludendo al fatto che lui fosse ben più grande.
«È vero. In passato non l’ho mai sentita la differenza di età con te. Altrimenti, per la vita che faccio, non sarei nemmeno mai riuscito a stare con te.»
«E allora?»
«E allora eri matura, eri responsabile, eri seria, ed eri bellissima. Solo che oggi lo sei un po’ di più. Sembra pazzesco, ma tu cresci e migliori ogni giorno un po’ di più. Ah, e poi non ho più incontrato una donna come te. E temo che non la incontrerò.
Amarsi prima di saperlo
Ci sono amori che cominciano prima che ce ne rendiamo conto.
Il comico
L’amore e il dolore ci rendono vulnerabili. Quando non riusciamo a dimenticare qualcuno, ci affidiamo alle parole di un bravo giocoliere che, mischiando abilmente i giochi e approfittando della nostra fragilità, ci mostra un quadro plausibile a cui credere. Succede che poi il tempo scopre le carte e rimette ogni pagliaccio nel proprio circo. Lo spettacolo è finito, e tu resti incredula, piccola dentro quel tendone, a chiederti come hai fatto a non riconoscere gli abiti di un clown che si è approfittato delle difficoltà di due vecchi innamorati.
Nonna, ma tu e il nonno come vi siete innamorati?
Pensava a sua nonna. Alla lezione sull’amore che le dava sempre quando era più piccola. Le piaceva tanto farsi raccontare la storia del loro amore, quello suo e del nonno. La sapeva a memoria, ma ogni volta le piaceva riascoltarla.
«Nonna, ma tu e il nonno come vi siete innamorati?»
«Un giorno è passato sotto il mio balcone, ha incrociato il mio sguardo e ci siamo sorrisi.»
«E poi?»
«E poi nulla. Ci siamo innamorati in quel momento.»
«Soltanto?»
«Sì, l’amore non ha bisogno di grandi gesti e di grandi tempi. L’amore è un attimo. Lo capirai quando sarai più grande e ti innamorerai anche tu.»
«E quando vi siete fidanzati?»
«I tempi erano diversi da adesso, non c’era tutta questa prova di conoscenza. Il nonno dopo quello sguardo partì per il militare. Per 6 mesi mi chiamava a casa tutte le sere, per qualche minuto. Era il momento più bello della giornata. Appena è sceso di nuovo qui mi ha chiesto di fidanzarci ufficialmente. Che non era un gioco come adesso, una prova, un vediamo come va. Era un affare serio! Era una promessa! Ho detto di sì. 6 mesi dopo, al rientro ufficiale dal militare ci siamo sposati.»
«Ma nonna! Subito? Così senza conoscervi?»
«Ti sbagli, io e il nonno ci siamo conosciuti, e molto bene anche. Io ho conosciuto i suoi pregi e lui i miei, e infine i difetti… e il nonno come sai ne ha ben tanti! Ma sono i difetti che lo rendono l’uomo che mi ha sorriso con gli occhi quel giorno sotto il balcone, e io quegli occhi non li ho mai voluti cambiare. Io e il nonno abbiamo scelto di non scappare dai difetti l’uno dell’altra, di non buttarli pensando di trovare di meglio, ma di perdonarci per gli sbagli e di ritrovarci sempre. Io e il nonno abbiamo scelto di conoscerci, per 50 lunghi anni. E ancora oggi continuiamo a conoscerci.»
Te l’ho già detto che stasera sei bellissima?
«Te l’ho già detto che stasera sei bellissima?»
Era la prima frase che le diceva tutte le volte che uscivano a cena insieme. Inizialmente lei non ci credeva, era sempre stata insicura sul suo aspetto, nonostante i tanti uomini che le correvano dietro. Di certo lui non era il primo a dirglielo, ma era il primo a farglielo credere. Col tempo era arrivata a sentirsi bella davvero, qualsiasi cosa indossasse, qualsiasi trucco evitasse, qualsiasi passo facesse.
Passavano i giorni, le settimane, ma loro erano rimasti uguali. Lui non smetteva mai di farla sentire bellissima, e lei di arrossire ogni volta. Sinceramente imbarazzata, scrutandolo con gli occhi per capire se fosse sincero. Lo era. Lui la guardava ogni volta come chi ha davanti a sé la cosa più bella del mondo. E allora, alla fine, così bella si sentiva pure lei.
«Te l’ho già detto che stasera sei bellissima?» Le diceva di nuovo mentre sfogliavano il menu, mentre ordinavano, mentre aspettavano la pizza, mentre mangiavano.
La metteva in difficoltà. Gli piaceva notare che c’era ancora una donna in grado di imbarazzarsi davanti ai complimenti. Gli piaceva ancora di più perché quella donna era la sua.
A volte sembrava andarne fiero.
«Te l’ho già detto che stasera sei bellissima? Non lo ricordo.» E lei sorrideva. Sorrideva sempre quando era con lui. Bella, più bella quando si guardava attraverso gli occhi di lui.