E poi, quando ti senti scoppiare, vai a vedere il mare, respiralo forte. Portaci chi lo sa capire, chi lo sa ascoltare, chi lo sa vedere. Vai nei tuoi angoli di pace, guardaci dentro e tienili stretti. Portaci chi non parla troppo, chi non cerca per forza qualcosa da dire. Chi sa sintonizzarsi con la calma della tua malinconia e con la tempesta e il tormento del tuo cuore. Chi vuole ascoltare il suono di un respiro, il tuo e quello del mare. Chi sa meravigliarsi davanti a ciò che è sempre lì ma non è mai uguale. Chi sa farsi scaldare da occhi pieni di vita vissuta, colmi di graffi ma mai arresi. Occhi baciati da un raggio di sole e dall’azzurro del mare. E poi fai quell’ultimo respiro e promettiti che tornerai, a respirare.
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Il mare a settembre
Ho sempre amato il mare a settembre. Le spiagge poco affollate, la smania finita dell’abbronzatura perfetta. Amo il mare a settembre perché lui finalmente può prendere respiro. Cambiano i colori, cambiano gli odori, cambiamo noi. E lui lo percepisce, lo sente. Sembra risponderci alla paura che abbiamo del nuovo anno, dei cambiamenti che ci aspettano o, al contrario, di quelli che vorremmo realizzare. Ho sempre amato il mare a settembre perché ritrovi quel silenzio che in piena estate devi cercare a fatica. Il mare a settembre è per chi ama la tranquillità. È l’ultimo passo dell’estate e il primo dell’autunno. Ti guardi intorno e osservando la poca gente puoi quasi leggere la loro storia. È facce malinconiche di chi deve tornare al lavoro o di chi spera di trovarne uno. È sorrisi infiniti di chi non sopporta caldo ed estate, di chi sogna già felpe e tisane calde, Natale e i film sul divano. È sguardi perplessi, di chi si chiede cosa accadrà da domani. E lui è lì, pronto ad esserci per ognuno di noi, calmo o in tempesta, quasi a volerci parlare. Di un azzurro sbiadito che riflette il cielo grigio e il primo temporale che fa capolino da quei nuvoloni laggiù.
Respiro sereno
Se mi chiedessero cos’è per me il mare, così di getto, direi… Bellezza e meraviglia. Quiete e tempesta, pace e tormento. Oasi felice e riparo rassicurante. Tempo sospeso, domande rimandate e risposte immediate. E ancora calma, sicurezza, casa e porto sicuro. Respiro sereno, ritrovato ogni volta che si era smarrito. Odori sempre nuovi, sensazioni mai uguali. E poi passato meno buio, presente meno inquieto, futuro tutto da scrivere, da colorare con ognuna delle inaspettate tonalità. È sentire consapevolezza di ciò che merita di essere ritrovato e ricucito; di quello che va tenuto stretto e di ciò che invece va mandato via; di quello che c’è ancora da scoprire, conoscere, che ti può ancora sorprendere e stupire. E poi frastuono mai invadente e orizzonti pieni di mille possibilità.
Mare mio
11 Agosto 2020
Profumi, mare mio,
di tutte le cose che ti ho raccontato
e di tutte le mie tempeste che hai provato a calmare.
Profumi di tutte le volte che ci siamo capiti,
delle risposte che mi hai dato,
delle strade che mi hai spinto a percorrere
e di quelle in cui mi hai detto
che era arrivato il momento di fermarsi.
Profumi, mare mio,
di cose viste più di mille volte
ma che ancora guardi come se fosse la prima.
Il mio posto
Quando apri gli occhi al mattino dovresti vedere qualcosa che ami. Dovresti andare nel luogo che più di tutti senti tuo. Nel posto che più ti fa stare bene. Per poter iniziare al meglio la giornata o per riprenderti dopo una notte passata tra i pensieri che ti fanno male. Dovresti andare dove trovi pace e dove il tuo cuore possa riprendere a respirare.
Per me, il mare.
Il mare
La cosa più importante che ho imparato sul mare è che non ha stagione.
Scrivere della gente
All’inizio ho scritto solo della mia vita, dell’amore vissuto sulla mia pelle.
Poi non mi bastava più, perché era tutto al verbo imperfetto e dopo un po’ hai bisogno anche del tempo presente. Allora mi sono guardata intorno ed ho cominciato ad osservare la gente, quando nemmeno si accorge che la sto guardando. Mentre cammino per strada, mentre sono in metro, quando sono al mare, su un muretto, al supermercato, e ovunque. Mi innamoro dei dettagli, è sempre stato così. Allora la guardo e mi rendo conto che l’amore è dappertutto. Mi piace raccontare i gesti, oppure immaginarne il prima e il dopo, chiedendomi se l’ho indovinata la loro storia. Poi mi piace ascoltare, quando mi raccontano le loro storie, ed io le racconto dopo di loro, per loro.
Mi piace scrivere. Scrivere di ognuno. Scrivere di ogni storia. Che non è mai uguale all’altra perchè, pur essendo l’amore un concetto universale, non ne esiste copia alcuna.
Guarda il mare
Anche quando nulla sembra al suo posto guardi il mare e tutto ti sembra possibile, o almeno provarci.
Come le conchiglie
Bisogna lasciare andare. Se qualcosa dovrà ricongiungersi troverà la strada per tornare verso la sua riva. Proprio come fanno le conchiglie.
Non puoi forzare le cose. Ora lo so: a volte tutto quello che devi fare è non fare più nulla.
La notte delle stelle
Della notte di San Lorenzo ricordo
sorrisi dolci a cena,
una piadina per due.
Sguardi complici e frasi perfette
dette e non dette
inizi tu e completo io.
Annusarsi la pelle
dentro quel piccolo locale fatto per due
“Perché mi annusi?” ti ho chiesto
“Ogni tanto controllo se sei reale” mi hai risposto.
Ho sorriso. Hai sorriso.
“Adesso ti porto a vedere le stelle” mi hai detto,
“al mare o in montagna?” mi hai chiesto.
“Scegli tu” ti ho risposto.
Non mi importava delle stelle:
cos’altro avremmo potuto desiderare?
Avevamo tutto, eravamo tutto.
Della notte di San Lorenzo ricordo
che guidavi con la mia mano tra la tua,
il posto bello che avevi deciso,
il cielo quasi a toccarlo
e le mille stelle sopra di noi.
5 ne avevi scelte, perché 5 erano i tuoi desideri:
“non partire”
“a Natale camminiamo con l’ombrello sotto la pioggia cercando regali”,
“andiamo a leggere un libro al parco”,
e quali erano gli altri due?
Della notte di San Lorenzo ricordo
la nostra canzone che hai fatto suonare,
e quel bacio diverso che mi volevi dare.
Io che dovevo tra poco partire
e noi che non ci volevamo staccare.
Della notte di San Lorenzo ricordo,
ricordo tutto.
Attimo per attimo.
Occhi negli occhi.
Stella per stella.